Pannella a Napoli, gli anni in consiglio comunale: dalla giustizia al vesuvio » Penna Bianca

Pannella a Napoli, gli anni in consiglio comunale: dalla giustizia al vesuvio

 In Rassegna stampa
Marco Pannella è stato uno dei leader politici più influenti della storia d’Italia. Forse non tutti sanno che è stato molto legato alla città di Napoli, in cui ha ricoperto la carica di consigliere comunale. Un amore quello tra il leader radicale e la città, mai svanito.

 

Marco Pannella è stato uno dei protagonisti politici più importanti della storia d’Italia. Si è detto molto delle sue fondamentali battaglie per la libertà e il diritto: divorzio, aborto, antiproibizionismo, laicità, libertà scientifica, diritti umani e civili, federalismo europeo, giustizia. Pannella è andato oltre l’essere un politico. Il far convergere su tutta la sua esistenza l’attivismo politico a cui ha letteralmente dato il suo corpo, gli ha assegnato una dimensione intellettuale e filosofica oltre che politica (molte delle sue “profezie” urlate negli anni ’70 si sono poi “magicamente” avverate in futuro). Il suo criticare il potere senza denigrarne le istituzioni, il suo lottare senza risorse e visibilità mediatica fino all’ultimo giorno di vita, il suo prodigarsi per difendere gli ultimi, gli esclusi, i discriminati e gli emarginati della società gli ha conferito un’aurea di immortalità che resterà per sempre una ricchezza culturale del nostro paese. Pannella è morto a Roma il 19 maggio 2016, pochi, però, forse conoscono il suo impegno politico per la città di Napoli.

Marco Pannella consigliere comunale a Napoli

Pannella entra in Consiglio comunale nel 1983. In quel periodo l’aula napoletana era caratterizzata dal lustro e il privilegio. Infatti in quegli anni sugli scranni del Consiglio comunale del capoluogo campano, oltre al leader radicale, sedevano personalità come Giorgio Almirante, Giuseppe Galasso, Enzo Scotti, Giulio Di Donato, Maurizio Valenzi, Franco De Lorenzi. Nomi che hanno dato un valore unico ai dibattiti e al laboratorio politico che c’era all’epoca in città. Valore che fa impallidire chiunque ascolti quelli odierni e attuali o che osservi i personaggi che sono oggi in Consiglio. Proprio nel 1983 è stato arrestato Enzo Tortora, un caso che ha fatto scoppiare in Italia la questione della mala giustizia e fatto emergere tematiche come quella della responsabilità civile dei giudici e dei Pm e dell’abuso della carcerazione preventiva. Pannella è stato per quel Consiglio un fulmine a ciel sereno. Indimenticabili i suoi interventiin merito a argomenti quali la camorra, l’ospedale Ascalesi, Enzo Tortora (appunto), il ruolo informativo del quotidiano “Il Mattino”, le nomine nelle Usl, le passate amministrazioni di sinistra per otto anni guidate da Maurizio Valenzi.

La città metropolitana e il rischio Vesuvio

Marco Pannella ha parlato di città metropolitana in quegli anni, ben 30 anni fa. Un’avanguardia politica nel vero senso della parola. Il leader radicale ha dato il suo appoggio a Enzo Scotti, sindaco per cento giorni, a favore di una legge sull’area metropolitana. Ha affermato Pannella:
Sappiamo tutti che il tentativo di Scotti è straordinario e durerà solo cento giorni. Sappiamo che sarà teso a ripianare il disavanzo comunale. Allora dico, perché non impiegare questo tempo anche per preparare una legge per Napoli, un esempio straordinario che anticipi la riforma delle aree metropolitane? Napoli potrebbe essere in anticipo su tutta l’Italia“.
La visione politica di Pannella per Napoli ha avuto un altro culmine per quanto riguarda i rischi causati dal disastro di un’eventuale eruzione del Vesuvio. Da sempre Pannella ha denunciato l’urbanistica selvaggia e abusiva che ha caratterizzato la città di Napoli, formulando proposte avanzate rispetto a quelle discusse normalmente in quegli anni. Ha dichiarato Pannella, anni dopo, nel 2014 (durante un incontro che si è tenuto a Pozzuoli sul tema):
La scienza ha ribadito che il combinato disposto di Vesuvio e Campi Flegrei, in caso di eruzione, farebbero in pochi minuti migliaia di morti e non ci sarebbe tempo per evacuare tutti, anche in considerazione delle vie di fuga che mancano o sono bloccate da lavori incompiuti e dall’abusivismo che ha creato anche l’emergenza idrogeologica“.
Proprio due anni fa c’è stata la campagna – lampo cha ha avuto lo scopo di informare i cittadini che abitano nell’area incriminata e raccogliendo le loro firme per presentare un esposto alla Corte di Giustizia Europea.

La Giustizia Giusta e le lotte per i detenuti di Poggioreale

È il 2013, Marco Pannella rilancia a Napoli, nel loro 30esimo anniversario, i referendum radicali per una Giustizia Giusta. La scelta della città partenopea non è casuale perché rimanda alla condanna inferta al giornalista Enzo Tortora da parte dei giudici di Napoli. Tortora è stato arrestato proprio nel 1983, anno in cui Pannella è entrato nel Consiglio comunale del capoluogo campano. Il leader radicale sa che il sistema giustizia è un tema troppo delicato e importante per l’Italia, quindi decide di avviare una nuova campagna e battaglia politica sulla questione. Lo scenario scelto per inaugurare la raccolta delle firme per un nuovo referendum è la piazza simbolo di Napoli: Piazza del Plebiscito. Inoltre è di rilevanza storica l’impegno del leader radicale per mettere il paese a conoscenza delle condizioni disumane e degradanti dei carcerati. Poggioreale, in questo senso, è uno dei peggiori istituti di detenzione d’Italia (la nostra nazione per queste gravi mancanze del suo sistema giudiziario, è stata anche sanzionata dall’Europa).

Il saluto dei detenuti di Poggioreale a Marco Pannella
La risposta di Marco Pannella ai detenuti:

“Grazie, grazie, grazie per questa ennesima forma di davvero compagnia.
Da loro tutti ho tanto amore, spero per non poco tempo ancora.
Un abbraccio da me compagno ‘detenente’.
Buongiorno e grazie, prepariamoci ad ascoltare l’aria spesso fresca, in questo periodo un po’ umido di Castrogno e altri posti.
Buongiorno amori“.

Marco Pannella e Napoli, una storia d’amore mai finita

Forse Pannella in Napoli ha visto una certa rappresentazione della sua personalità. La città si manifesta unica al mondo con le sue sfaccettature e le sue contraddizioni. Un luogo al di sopra delle righeche ribolle di passione ed energia. Un centro di avanguardia sociale e politica che costantemente sanguina dalle sue ferite. Sa risorgere Napoli, sa spesso tirare fuori il meglio di se, anche culturalmente parlando, dalle situazioni peggiori. Pannella in questo è simile a Partenope. Estroso, fuori dagli schemi, coerente e fedele a se stesso, Marco ha sempre comunicato alla società quello che dovrebbe essere il ruolo di spicco della politica. Ha dimostrato che si può essere influenti anche senza avere potere o qualcosa in cambio. Pannella ha sempre visto in Napoli quella capacità di pre – vedere, cioè letteralmente del vedere prima. Nello specifico a Napoli esistono, si avverano, delle situazioni che poi si esprimono su larga scala in tutto il paese. L’ultimo e concreto esempio è l’attuale mandato del Sindaco De Magistris. Con la sua elezione, Napoli ha istituzionalizzato per prima l’antipolitica e la pseudo rottamazione voluta e decantata dai grillini e da Renzi. Ma è successo prima nel capoluogo campano. Il napoletano vuole essere libero ma corre il rischio di restare schiavo della sua napoletaneità; Pannella è stato un uomo libero, forse schiavo del suo essere radicale. Ma provate a trovare un solo uomo del mondo politico italiano che ha avuto il coraggio, nella storia del bel paese, di essere e vivere libero come ha fatto Marco Pannella.

Fonte: Andrea Aversa – Voce di Napoli

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