Orlando e l’idea di una rete con gli esperti di carcere
Un’associazione con i responsabili degli Stati generali
Servirebbe un partito politico per i diritti dei detenuti, se non ci fosse già: quel soggetto esiste eccome, si chiama Partito radicale e fa delle carceri una ragione di lotta permanente. Ma al ministro della Giustizia sarebbe piaciuto se dagli Stati generali dell’esecuzione penale fosse nata un’associazione formata da chi ne ha guidato i lavori. Un gruppo di esperti capace di scuotere l’opinione pubblica, e di affiancare magari il tradizionale impegno dei pannelliani. L’invito è stato rivolto alcune settimane fa, per ora non pare destinato a concretizzarsi. L’idea del guardasigilli è in ogni caso un aspetto curioso del lavoro che nel giro di alcuni mesi dovrebbe portare all’emanazione dei decreti delegati sulla riforma penitenziaria. Obiettivo per il quale domani si terrà a via Arenula una riunione tra lo stesso Orlando e i 18 coordinatori degli Stati generali. Non è il primo incontro del genere, ma certo dopo l’approvazione in Senato del ddl penale, al cui interno c’è appunto la delega sulle carceri, si tratterà di una discussione dal significato diverso. Si cominceranno a definire in modo più dettagliato i contenuti dei provvedimenti attuativi.
Una radicale ci sarà: Rita Bernardini, che aveva guidato il tavolo sull’affettività dei reclusi.
Orlando raccoglierà anche opinioni perplesse come quella dei penalisti.
Il ministro, a cui va comunque riconosciuto un impegno sulla questione dei detenuti che non s’era visto nei suoi recenti predecessori, è convinto che la battaglia non si vincerà certo con il completamento di questa riforma. Si tratta per giunta di un politico che ha tutta l’aria di volersi occupare a tempo pieno del suo partito a prescindere da come finiranno le primarie. Non è facile che in futuro Orlando si dedichi al carcere e ai diritti di chi ci vive con la stessa costanza che ha investito durante il mandato da guardasigilli. E anche per questo che alcune settimane fa ha invitato i coordinatori degli Stati generali a riunirsi in un’associazione, in modo da diventare una voce alternativa nel dibattito sulle garanzie, anche una volta finita la legislatura. Invito che è stato cortesemente declinato più o meno da tutti.
Vorrà dire che non avremo un Partito radicale bis.
E chi intende battersi perché le celle in Italia non siano più, in molti casi, dei luoghi indegni, dovrà andare a bussare alla porta dei seguaci di Pannella.
Errico Novi
Fonte: Il Dubbio