Marcia di Pasqua per l’amnistia, il Partito Radicale a Roma manifesta per lo stato di diritto e la giustizia giusta » Penna Bianca

Marcia di Pasqua per l’amnistia, il Partito Radicale a Roma manifesta per lo stato di diritto e la giustizia giusta

 In Rassegna stampa

Dopo la marcia intitolata a Marco Pannella e Papa Francesco che si è tenuta il 6 novembre dello scorso anno, il Partito Radicale torna a marciare dal carcere di Regina Coeli fino in Vaticano per chiedere allo Stato italiano il rispetto dei principi fondamentali della nostra Costituzione.

Il 16 aprile a Roma ci sarà un evento molto importante organizzato dal Partito Radicale Nonviolento Transnazionale e Transpartito: la marcia per l’amnistia e lo stato di diritto. Già a novembre dell’anno scorso, nel ricordo del loro leader Marco Pannella, i radicali hanno manifestato per le strade della capitale riuscendo ad ottenere, grazie al dialogo con Papa Francesco, di poter accedere in piazza San Pietro con uno striscione recante la scritta “AMNISTIA”. “Perché marciamo”, s’intitola l’appello del Partito Radicale, che spiega gli obiettivi della storica battaglia volta ad ottenere una riforma strutturale della giustizia. Quest’ultima dovrà necessariamente essere anticipata da un provvedimento di amnistia che consentirebbe allo Stato italiano di uscire dalla sua palese condizione d’illegalità. “Al 30 giugno 2016 i processi pendenti erano 3.800.000 nella giustizia civile e 3.230.000 in quella penale, ai quali vanno aggiunti circa un milione di procedimenti nei confronti di ignoti”. Inoltre “Sono circa 1000 ogni anno i casi d’ingiusta detenzione ed errori giudiziari che sono costati allo Stato, solo nel 2016, 42 milioni di euro”. Per non parlare delle condizioni disumane in cui versano le nostre carceri, all’interno delle quali ogni giorno sono infranti i diritti dei detenuti in violazione dell’articolo 27 della Costituzione.

Anche la giurisdizione internazionale sembra dare ragione ai radicali. La Corte Europea dei Diritti dell’Uomo (CEDU), infatti, ha più volte sanzionato lo Stato italiano, colpevole di aver violato i diritti umani a causa del malfunzionamento del sistema giudiziario.

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Fonte: L’Ora Vesuviana

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