Inchiesta “The Queen”, l’avvocato Ciruzzi: “Un errore protestare solo quando vengono arrestati i professionisti”
“Il sistema non funziona anche quando vanno in galera i poveracci”
“È giusto protestare quando finiscono in galera i professori universitari e i professionisti. Ma ricordiamoci che il sistema non funziona anche quando in carcere ci vanno i poveracci”, dice Domenico Ciruzzi, penalista di lungo corso che interviene nel dibattito sugli sviluppi dell‘inchiesta sugli appalti.
Il Riesame ha annullato 15 delle 69 ordinanze emesse dal gip. Sabato gli ultimi tre casi, con lo storico e stimato docente di Ingegneria Luciano Di Fraia (difeso dall’avvocato Leopoldo Perone), il sindaco di Aversa Enrico De Cristofaro (difeso da Alfonso Quarto) e l’imprenditore Mario Palermo (assistito da Gaetano Inserra). È rimasto in carcere invece l’ex assessore regionale al Turismo Pasquale Sommese.
Nei prossimi giorni le udienze di Riesame continuano, sarà discusso anche il ricorso del protagonista principale dell’indagine, il progettista Guglielmo La Regina, assistito da Marco Campora. Ma intanto la polemica sull’uso della custodia cautelare non si ferma. “Sono preoccupato “, sottolinea Ciruzzi.
Perché, avvocato?
“Assistiamo a una serie di eccessi. In alcuni casi vedo provvedimenti che mi sembrano addirittura demagogici: pensiamo agli arresti domiciliari per i dipendenti del Loreto mare accusati di assenteismo, ai quali però era stato imposto di andare a lavorare”.
Non le sembra eccessivo parlare di misura “demagogica”? Secondo i pm invece era il “giusto contrappasso ” per i truffatori.
“Non lo so. Se c’è pericolo di reiterazione del reato, non ha senso mandare le persone a lavorare nello stesso ospedale. Capisco che in questo momento c’è una crisi spaventosa della politica e della pubblica amministrazione. Ma i magistrati devono resistere alla tentazione di sostituirsi ad altre articolazioni dello Stato. E sull’utilizzo della custodia cautelare occorrerebbe molta più cautela”.
Il procuratore aggiunto Giuseppe Borrelli però ha ricordato a “Repubblica”, che nel caso dell’inchiesta sugli appalti per 17 posizioni è stata ribadita la sussistenza dei gravi indizi.
“Non entro nel merito di questa indagine. Noto però che l’opinione pubblica protesta in modo più eclatante quando certe vicende toccano la borghesia, il mondo universitario e i professionisti. Invece io voglio preoccuparmi allo stesso modo, se non di più, di quei povericristi che rimangono vittime delle stesse percentuali di errore e di cui nessuno parla”.
Adesso è lei che mette la borghesia sotto accusa, avvocato.
“Per carità, va bene questa protesta. Sono il primo a condividerla. Ma dobbiamo ricordarci che se la macchina giudiziaria non funziona per i professori, a maggior ragione questo ingranaggio rischia di stritolare il piccolo borseggiatore, il consumatore di hashish o il presunto camorristica. Solo che quando capita a loro, nessuno si indigna”.
Dario del Porto