Radicali, al congresso vincono gli ‘ortodossi’. Turco: “Tremila tesserati nel 2017 o il partito va in liquidazione”
A Rebibbia le assise si chiudono dopo 3 giorni con la vittoria netta della mozione firmata dal tesoriere uscente. Lo sconfitto Cappato: “Non ci sarà alcuna scissione”. Scontro sull’agibilità politica e i rapporti con gli altri partiti, ma la priorità assoluta restano i conti e le iniziative sul tesseramento per scongiurare il fallimento. Ovazione per Pannella
Vincono gli ortodossi. Così si conclude il 40° Congresso del Partito radicale: passa infatti con 178 voti la mozione dell’anima ‘ortodossa’, quella presentata dal tesoriere Maurizio Turco, mentre quella di Marco Cappato, presidente di Radicali italiani, ne raccoglie 79 (i cosidetti ‘quarantenni’). La platea alla fine si è alzata in piedi gridando: “Marco Pannella, Marco Pannella…”. E nel segno del leader storico si chiude dopo tre giorni il congresso andato in scena nel carcere romano di Rebibbia.
Cappato ha tentato una ‘mediazione’ tra le due anime, presentando un emendamento per unificare le mozioni congressuali, ma la sua proposta – che mirava a “evitare un commissariamento del partito” e tenere aperto il congresso fino a una nuova sessione – è stata bocciata con 121 voti contro 98 e una decina di astenuti. Il voto dei detenuti (poco più di una ventina), presenti al congresso, è andato sempre al tesoriere Maurizio Turco. Soltanto Marcello Dell’Utri ha sostenuto che avrebbe sostenuto le posizioni di Marco Cappato. Turco diventa così di fatto ‘plenipotenziario’ del Partito per i prossimi due anni, accompagnato da un coordinamento composto proprio dalla presidenza di quest’ultimo congresso: “Sono venuto qui per trovare dei compagni con cui condividere le lotte di Marco Pannella. Li ho trovati”, ha detto infine Turco.
Turco non ha risparmiato toni forti contro gli avversari, bollando la mozione Cappato come “un tentativo mellifluo di far finta che non sia successo niente: oggi il Congresso ha a che fare con gli iscritti, l’errore del primo aprile ha a che fare con la storia radicale”, riferendosi così alla presentazione di liste alle comunali a Roma e Milano. Turco ha invece definito la sua mozione come “un tentativo di dare possibilità alle lotte radicali di avere uno strumento più efficace”.
Marco Cappato, dal canto suo, aveva spiegato che la sua mozione voleva evitare un congresso chiuso con “scelte di parte”: “Ci vengono rimproverate le iniziative che pure loro hanno preso, e lo hanno fatto prima di noi, a Roma con ‘Radicali per Giachetti’, e hanno poi concesso il simbolo storico radicale per il ‘sì’ – ha detto Cappato nel suo intervento – ; io ho fatto una lotta a Milano che poi è arrivata a un accordo con Sala: per questo è una caricatura dire che noi andiamo in giro da Renzi con il piattino in mano”. Entrambi, aveva rilevato Cappato parlando delle componenti interne al partito, “portiamo avanti battaglie radicali e quando si aprono spazi nel regime ci proponiamo con le nostre idee”. “I Radicali italiani possono essere il luogo per discutere – conclude – io non ho una proposta preconfezionata, ma possiamo riflettere insieme, tenere aperto il Congresso per rifare il Partito transnazionale”. Le assise hanno scelto invece la linea proposta dagli ortodossi. “Una soluzione che toglie forza al partito – ha detto Cappato – , ma che non porterà ad alcuna scissione”.
Quali che siano le battaglie future, la stabilità della situazione economica del partito resta la priorità assoluta. La mozione uscita vincente infatti pone il rientro dal debito come “condizione minima, tecnica e politica, per l’esistenza e l’attività del partito”. Per raggiungere quell’obiettivo il documento Turco fissa un tetto minimo di 3000 iscritti nel 2017 ed altrettanti nel 2018. Le iniziative per arrivare a questa quota-salvezza del tesseramento sono affidate “alla presidenza del 40° Congresso Straordinario, con il coordinamento di Rita Bernardini, Antonella Casu, Sergio D’Elia e Maurizio Turco”. “Maurizio Turco – si legge ancora nella mozione – assume la rappresentanza legale del Partito Radicale nell’esercizio della quale ha espressa facoltà di proporre ogni azione giudiziaria per la tutela dei diritti e degli interessi del Partito, di nominare avvocati e procuratori, assumendo altresì la rappresentanza processuale del Partito, nonché quella di rappresentante legale in tutte le attività economico finanziarie”.
La mozione vincente e dunque il congresso fissano la quota minima di iscrizione a 200 euro e quella consigliata a 500 euro. Inoltre delibera di “sospendere gli organi di cui all’articolo 2 dello Statuto, eccezion fatta per il Congresso ordinario biennale e di affidare la revisione contabile a un revisore legale esterno”. Se gli obiettivi posti non saranno raggiunti, saranno “attivate tutte le procedure atte alla liquidazione dell’attività del partito”. Se invece gli obiettivi saranno raggiunti, entro 90 giorni sarà convocato il Congresso ordinario.
Fonte: La Repubblica